Il trasferimento della residenza fiscale all’estero da parte dei nostri connazionali è una pratica sempre più diffusa.
Se siete tra i cittadini italiani o “expats” internazionali che vivono in Italia e che hanno intenzione di trasferire la residenza all’estero, dovete sapere che spesso nascono dubbi riguardo alla residenza fiscale di tali soggetti e questo ha delle conseguenze ai fini delle imposte sui redditi. Lo spostamento della residenza fiscale all’estero deve essere supportato da ragioni lavorative o comunque extra-fiscali, che siano dimostrabili a fronte di un controllo del fisco. I trasferimenti fittizi da parte di soggetti residenti in Italia sono nel mirino dei controlli dell’agenzia delle entrate.
Cerchiamo di chiarire insieme quando si è considerati a tutti gli effetti fiscalmente residenti all’estero.
Innanzitutto, per essere fiscalmente residente all’estero bisogna essere iscritti all’A.I.R.E., Albo degli Italiani residenti all’estero, per un periodo pari o superiore a 183 giorni all’anno e non essere iscritti all’anagrafe né avere domicilio o residenza nel territorio dello stato.
Capita spesso che il residente all’estero, iscritto nelle liste del comune estero, sia però ancora presente nelle liste anagrafiche della popolazione residente: in questo caso l’Agenzia agisce con la ripresa dei redditi prodotti all’estero. Il soggetto viene infatti considerato residente in tutti e due gli Stati e risulta avere doppia residenza.
Ma se un soggetto si iscrive all’A.I.R.E., si disiscrive dall’anagrafe della popolazione residente e si cancella dalle liste della popolazione residente , può essere tranquillo riguardo alla sua posizione fiscale? In realtà no, perché è necessario tener conto anche del mese dell’anno fiscale è stato effettuato il trasferimento all’estero. Facciamo un esempio:se un soggetto si trasferisce all’estero ad Aprile 2018, per tutto il 2018 potrà essere considerato come fiscalmente residente all’estero in quanto per la maggior parte del periodo d’imposta (183 giorni) non è residente in Italia. Quindi non dovrà dichiarare in Italia i redditi percepiti per la sua attività estera dal mese di Aprile fino al termine del periodo.
Da quanto descritto si evince che la materia riguardante il trasferimento della residenza fiscale all’estero è piuttosto complessa, e la normativa, non sempre chiara e univoca non aiuta il soggetto a fare totale chiarezza sui suoi obblighi e diritti. Per questa ragione è sempre meglio affidarsi ad un esperto del settore per non correre rischi.
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