Il 14 Settembre è entrata in vigore la PSD2, una nuova direttiva europea che ha portato modifiche rilevanti al panorama dell’home banking e dei pagamenti online, cambiamenti che possono interessare anche chi possiede una società offshore in uno dei paradisi fiscali.
La Payment Services Directive consente ai clienti di banche, aziende o privati di gestire le proprie finanze e le operazioni di pagamento per mezzo di provider esterni non bancari. È quindi possibile accedere al proprio conto ed effettuare pagamenti tramite operatori di terza parte, senza passare necessariamente per il proprio istituto di credito.
Tra i soggetti terzi autorizzati a compiere queste operazioni ci sono, ad esempio, Amazon, Facebook e Google. Queste aziende hanno recentemente ottenuto le licenze bancarie nei paradisi fiscali dell’Unione Europea, rispettivamente in Lussemburgo, Irlanda e Lituania. I tre giganti della Silicon Valley possono perciò gestire alcuni pagamenti ed emettere valute virtuali con carte di debito e prepagate.
Grazie a questo passo avanti, il concetto di home banking diventa ancor più concreto e decisamente più competitivo: l’apertura delle API bancarie, infatti, permette anche a questi soggetti di terze parti di offrire servizi differenti rispetto a quelli tradizionali.
L’obiettivo della direttiva PSD2 è rendere più innovativo e concorrenziale il mercato in questo settore, aprendolo non solo alle banche ma anche ai nuovi servizi finanziari.
Cosa cambia a livello pratico? Innanzitutto vengono alleggerite le trafile burocratiche che le transazioni generano nel sistema bancario tradizionale, permettendo ai servizi di terze parti, grazie alle API aperte, di creare modalità di acquisto più moderne che meglio si adattano alle esigenze del cliente. In secondo luogo, i processi di shopping online diventano visibilmente più economici: nel caso di servizi terzi, infatti, non ci sono intermediari né commissioni da pagare.
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