Il Lussemburgo è tra i paradisi fiscali sotto accusa

Lussemburgo: uno dei paradisi fiscali sotto accusa per gli investimenti “fantasma”

Come tutti sanno il Lussemburgo è uno dei paradisi fiscali più importanti del mondo e uno di quelli che più tenacemente difende i suoi interessi e quelli di chi lo sceglie per i propri affari. 

A novembre si era esposto contro la proposta UE di trasparenza fiscale per favorire l’incredibile mole di investimenti diretti esteri – Ide – ( 4mila miliardi di dollari lussemburghesi!) che gravitano intorno a questo piccolissimo paese di soli 600mila abitanti. Ide evidentemente sproporzionati rispetto al numero di residenti; dati che non possono riflettere gli investimenti fisici di una minuscola economia come quella lussemburghese. Il fondo monetario internazionale di fronte a questi numeri ha ritenuto doveroso indagare. Ecco cosa è emerso da questa indagine.

Secondo il rapporto del FMI, gran parte del flusso va a “scatole societarie vuote” che riducono le entrate fiscali in altri paesi. La relazione sembra non rappresentare la visione istituzionale del fondo, ma ormai ha smosso le acque e i funzionari della nuova Commissione europea hanno deliberato che discuteranno la relazione dell’FMI che indica il Lussemburgo come un paradiso fiscale leader a livello mondiale.

Lo studio sostiene che alcuni famosi paradisi fiscali ospitano la stragrande maggioranza degli Ide fantasma del mondo, e Lussemburgo e Paesi Bassi assorbono quasi la metà degli Ide fantasma grazie alle loro politiche fiscali legittime e molto attraenti.

La danese vicepresidente Margrethe Vestager e il commissario per l’economia Paolo Gentiloni hanno incontrato, nei primi di dicembre, – i ricercatori del FMI che hanno indagato sull’impatto dei paradisi fiscali sulle entrate fiscali delle economie globali.

Ricordiamo che Jean-Claude Juncker, ha terminato il suo mandato quinquennale come presidente della commissione lo scorso novembre. Il suo operato è stato contraddistinto da una ferma lotta contro l’elusione fiscale, che ha portato a molti progressi ma è stata anche soggetto di critiche da parti di molti legislatori e attivisti dell’Ue.

Sotto la presidenza Junker, l’Ue ha istituito la famigerata lista nera 2017, ma è stato molto blando nella definizioni di “paradisi fiscali”. Nessun paese dell’Ue è mai stato veramente esaminato e l’attuale lista nera comprende solo otto giurisdizioni: ne consegue che su un totale di 40mila miliardi di Ide globali almeno 15mila miliardi sono fantasma.

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