Il paradiso fiscale degli italiani: Emirati Arabi

Gli Emirati Arabi sono il nuovo paradiso fiscale degli italiani

Non è la prima volta che parliamo del paradiso fiscale degli Emirati Arabi. Esso era infatti uno dei Paesi inseriti nella black list dell’UE del 2019, insieme ad Aruba, Barbados, Belize e molti altri. La sua presenza nell’elenco di quei Paesi definiti “non cooperativi”, era stata, onor del vero, osteggiata da Italia e l’Estonia che avevano posto una riserva, in quanto convinti che il Paese stesse facendo il possibile per garantire trasparenza fiscale.

In quell’occasione il ministro dell’Economia Giovanni Tria aveva spiegato che il Paese si stava avviando ad approvare di una serie di misure che avrebbero potuto consentirne l’uscita dalla lista.

L’attenzione del’UE è da anni rivolta agli Emirati, che di fatto, al di là della loro reticenza o no a rendere noti i guadagni al fisco europeo, si configurano ad oggi come un paradiso fiscale tra i più convenienti per il mercato italiano.

Banche efficienti, regole scarse, facilità di prendere la residenza fiscale, una vastissima scelta di zone franche (ben 40) hanno attirato molti clienti italiani: tra i più grossi quelli che si occupano di petrolio e gas, appoggiandosi a strutture di trading che permettono di sfruttare al massimo gli innumerevoli vantaggi, soprattutto erariali, di questo Paese.

Parliamo di un business di centinaia di milioni su cui le autorità italiane vorrebbe vederci chiaro, ma si scontrano con la facilità con cui si possono aprire società anonime nel Paese: anche se il fisco italiano scoprisse conti e ditte, non otterrebbe mai i nomi dei titolari. Un connazionale che ha spostato la  sede fiscale della propria azienda negli Emirati, sostiene che qui ha trovato un ambiente efficiente, che permette un’estrema flessibilità in totale sicurezza e nel pieno controllo sul capitale.

Approfonditi controlli fiscali effettuati sul suo business non hanno trovato nessuna irregolarità: gli Emirati sembrano offrire una fantastica assistenza anche da questo punto di vista. Insomma, un vero paradiso fiscale a prova di fisco.

Nel 2015, Peter J. Fort, l’allora consigliere economico del governo dell’Emirato Ras Al Khaimah aveva affermato: Non abbiamo mai fatto attività di promozione in Italia, perché in Europa ci rivolgiamo principalmente a Regno Unito, Germania e  Francia. Gli imprenditori italiani sono arrivati da noi in autonomia e crediamo che la presenza di italiani possa crescere notevolmente fino a raddoppiare nel giro di qualche anno.” I dati rilevabili ad oggi sembrano dar ragione a Fort.