Il 18 Febbraio 2020 si è tenuto l’ultimo consiglio “Economia e finanza” dell’Ecofin e in questa occasione i membri si sono espressi sullo spinoso tema dei paradisi fiscali.
Ricordiamo che l’Ecofin, dall’inglese Economic and Financial Affairs Council, è una delle formazioni in cui si riunisce il Consiglio dell’Unione Europea ed è composto dai Ministri delle finanze di stati membri UE. Il Consiglio si riunisce mensilmente a Bruxelles o in Lussemburgo e, informalmente, anche una volta ogni sei mesi nel Paese presidente di turno del consiglio UE.
Ma su che cosa si pronuncia il Consiglio Economia e Finanza? Vari temi, per citarne alcuni: coordinamento e monitoraggio delle politiche economiche, mercati finanziari, capitali, relazioni economiche con paesi terzi, movimenti di capitale. Inoltre, insieme al Parlamento europeo, il Consiglio prepara il bilancio annuale dell’Unione e prende decisioni riguardanti la moneta unica. Ovviamente durante queste discussioni i rappresentanti degli stati non aderenti all’area euro non possono prendere parte alle votazioni.
Nel mese di Febbraio 2020 il consiglio si è pronunciato sul tema paradisi fiscali inserendo nella black list 4 nuovi Paesi oltre alle 8 giurisdizioni già incluse. Risultano quindi giurisdizioni non cooperative a fini fiscali anche: Isole Cayman, Palau, Panama, Seychelles. Si tratta di Paesi che non hanno attuato nelle tempistiche pattuite gli impegni assunti con L’UE in materia di riforme fiscali.
Gli Stati membri hanno concordato che dal 2020 l’elenco sarà aggiornato al massimo due volte all’anno, a garanzia di un processo di verifica più stabile.
Ricordiamo che appartenere alla black list non ha solo un effetto negativo sulla reputazione dei singoli Paesi, ma ha anche delle conseguenze più concrete.
Per esempio, vari finanziamenti EU per lo sviluppo sostenibile (Efsd), provenienti dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis) o dal mandato per i prestiti esterni (Elm), non possono passare attraverso soggetti residenti in questi Paesi, che peraltro sono i primi a essere oggetto di esame ai fini di antiriciclaggio.
Sono invece state di parola queste 16 giurisdizioni: Antigua e Barbuda, Armenia, Bahamas, Barbados, Belize, Bermuda, Isole Vergini britanniche, Capo Verde, Isole Cook, Curaçao, Isole Marshall, Montenegro, Nauru, Niue, Saint Kitts e Nevis, Vietnam, che essendo conformate ai principi di buona governance fiscale dell’UE entro le date decise, sono state rimosse dalla cosiddetta lista grigia dei paradisi fiscali.
Contattaci per saperne di più!