Paradiso fiscale e dumping: quali implicazioni?

Paradiso fiscale e dumping: quali implicazioni?

Da quando il Governo italiano ha promesso di portare il concetto di paradiso fiscale UE sul tavolo delle trattative con Bruxelles, si è fatto un gran parlare di dumping (da “dump” che significa letteralmente “scaricare”): un anglicismo che rende il tema ancora più fumoso. Vediamo di cosa si tratta.

Con il termine dumping, in ambito fiscale, si fa riferimento a una procedura di vendita di un bene o di un servizio su un mercato estero a un prezzo inferiore rispetto a quello di vendita e produzione dello stesso prodotto sul mercato di origine. Generalmente condotto con l’appoggio dello Stato, il dumping ha lo scopo di impadronirsi dei mercati esteri. Questo perchè si tratta di un prezzo artificioso, dovuto alla presenza di sussidi statali alle imprese nel Paese di origine, oppure alla sovrapproduzione di un prodotto da parte delle imprese che vendono all’estero beni in eccedenza.

Il dumping può rappresentare una forma di concorrenza sleale proprio perché i prodotti vengono venduti a un prezzo che non tiene conto e non rispetta del tutto il costo di produzione.

Se parliamo di dumping fiscale facciamo riferimento al ribasso di aliquote e pressione fiscale, con l’intento di attrarre contribuenti da altri Paesi e di far guadagnare in maniera supplementare sul fronte delle imposte dirette e sui loro consumi in loco.

In sostanza, parlando di dumping ci riferiamo al fenomeno dei paradisi fiscali in seno all’UE, quegli Stati che adottano tassazioni di favore mantenendo basse le aliquote sugli utili d’impresa e la pressione fiscale: un modo per attrarre le multinazionali e i patrimoni personali dei super ricchi.

È bene ricordare che gli Stati membri non si sono mai messi d’accordo per creare un sistema fiscale comune europeo, ma hanno deciso di mantenerne 27 differenti, e in concorrenza tra loro. Da qui molte delle questioni che stanno venendo a galla soprattutto in questo terribile periodo di emergenza sanitaria e finanziaria.

Le politiche fiscali sono di competenza nazionale e il concetto di paradiso fiscale UE sembra avere ancora un futuro radioso davanti a sé. Questo perché la sua presenza è palese agli occhi di tutti, e perchè continuerà a mancare, come emerge da sempre, la volontà politica degli Stati membri dentro al Consiglio di prendere decisioni rispetto al fenomeno.

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