La Danimarca ha da poco dichiarato che le società offshore registrate nei paradisi fiscali non potranno beneficiare dei fondi statali di salvataggio stanziati per superare la pandemia di coronavirus.
Il Governo danese ha inoltre affermato che le società che accedono al sostegno pubblico non potranno utilizzare gli utili per riacquistare azioni o pagare dividendi agli azionisti nel 2020/21.
La Danimarca non è il solo Paese europeo che sta affrontando l’argomento; all’inizio di Aprile, la Polonia aveva affermato che i suoi fondi di salvataggio sarebbero stati disponibili solo per le società che pagano le tasse nel Paese e non per quelle offshore.
La questione si ricollega al “caso Virgin”: Sir Richard Branson, la settima persona più ricca della Gran Bretagna, ha chiesto al governo UK di salvare Virgin Atlantic con un prestito di £ 500 milioni dopo aver dichiarato di aver messo £ 250 milioni in una compagnia aerea, che è posseduta al 51% da Virgin Group. Il fatto è che la società di partecipazione definitiva del gruppo ha sede nelle Isole Vergini Britanniche, Paese che non applica alcuna imposta sulle società.
Ne consegue che Branson non ha pagato le tasse nel Regno Unito negli ultimi 14 anni. È giusto che il governo intervenga per aiutare una società offshore? Mr. Branson ha dichiarato che Virgin paga tutte le tasse richieste in tutte le giurisdizioni in cui opera ma per i suoi detrattori è impossibile valutare la verità di queste affermazioni, perché le Isole Vergini Britanniche forniscono poca o nessuna trasparenza a livello fiscale.
Ora, se le società che operano in maniera analoga alla Virgin, decidono di chiedere soldi pubblici in questo difficile periodo storico, quali regole si devono applicare? Il dibattito è aperto.
Il Fair Tax Mark propone, per esempio, che qualsiasi società che accetti i salvataggi, debba sottoscrivere un insieme di principi vincolanti di fiscalità equa.
In primo luogo, deve applicare una politica fiscale che la impegna a non utilizzare artificialmente i paradisi fiscali. In secondo luogo, le aziende dovrebbero saper fornire informazioni complete “Paese per Paese” su utili e tasse. Solo così si potrebbero valutare con trasparenza le aziende e le società offshore e considerare la possibilità stanziare per loro soldi pubblici.
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