Il conto offshore delle aziende transita in Olanda

Olanda: un Paese di transito per il conto offshore delle aziende

In un palazzo al numero 200 di Prins Bernhardplein, nella periferia di Amsterdam, hanno sede ben 2.500 società. Gran parte di loro esiste solo sulla carta ma sono fondamentali per capire le due anime degli olandesi rispetto alle questioni fiscali: quella tollerante a casa propria, e quella rigorista all’esterno.

Il Tax Justice Network, rete di esperti fiscali in giurisdizioni segrete, ha prodotto uno studio in cui afferma che i Paesi Bassi, attraverso il conto offshore di migliaia di aziende, sottraggono almeno 10 miliardi di dollari di imposte all’anno agli altri partner dell’Unione Europea. Cifre importanti.

Ma come hanno fatto i Paesi Bassi a diventare uno dei rari Paesi al mondo in cui lo Stato incassa più di quanto spende? Ricordiamo che nel 2019 il bilancio dello Stato ha chiuso con un surplus di circa 14 miliardi di euro, 3,5 miliardi in più rispetto al 2018.

Sicuramente l’assenza di burocrazia aiuta molto il processo di crescita, così come la certezza del diritto, le infrastrutture all’avanguardia e un diritto societario fatto ad hoc per le imprese.

Ma la risposta definitiva al “fenomeno Olanda” si trova proprio in Prins Bernhardplein, nell’edificio che ospita le sopraccitate 2.500 società che però qui hanno solo il domicilio. E Amsterdam pullula di edifici come questo. Nessun ufficio, nessun dipendente ma scatole vuote, che unite alle 25.000 multinazionali che hanno sede in Olanda, danno lavoro a centinaia di studi legali, società fiduciarie, banche, società assicurative, società di consulenza e di gestione.

Ma manca un ultimo tassello per comprendere appieno la salute dei conti pubblici olandesi: parliamo di quei i soldi che arrivano da un conto offshore, transitano per l’Olanda e poi tornano nei paradisi fiscali.

Il CPB (Bureau for Economic Policy Analysis) rivela che i Paesi Bassi, grazie alla grande quantità di accordi firmati contro la doppia imposizione fiscale, ha il ruolo chiave di “Paese transito da e verso i paradisi fiscali. I capitali provenienti da questi Paesi “a tassazione agevolata” allungano il loro tragitto e vengono deviati in Olanda, sicuri di non incorrere in tasse, prima di riapprodare in altri qualche altro conto offshore in precisi paradisi fiscali. Il 60% delle royalties che passa per il Paese finisce alle Bermuda, seguite da Cayman, Singapore, Emirati Arabi e Porto Rico.

Insomma, mentre molti Paesi europei lottano contro il Covid e il rosso i loro bilanci, al 200 di Prins Bernhardplein gli affari sembrano continuare a scorrere tranquillamente. Se pensi che l’apertura di un conto offshore sia vantaggiosa per te o la tua azienda, contattaci. I nostri esperti risponderanno alle tue domande.