La Scozia nega gli aiuti di Stato alle società con sede nei paradisi fiscali

La Scozia nega gli aiuti di Stato alle società con sede nei paradisi fiscali

Recentemente la Scozia, sulla scia di altri Paesi europei, ha approvato un provvedimento che vieta alle aziende che hanno sede nei paradisi fiscali di usufruire degli aiuti statali.  

A seguito dell’emergenza Coronavirus, il parlamento scozzese ha stanziato l’ingente somma di 150 milioni di sterline a sostegno delle imprese, destinando 120 milioni alle SME, e i rimanenti 30 milioni come fondo per le società di grandi dimensioni, a patto che esse non abbiano succursali nei paradisi fiscali.

Anche la Danimarca aveva preso provvedimenti contro le società offshore, ma non è stata certo l’unica: Belgio, Polonia, Francia e Galles hanno deciso di muoversi nella stessa direzione, negando i sussidi alle aziende che approfittano delle agevolazioni fiscali nei Paesi esteri. 

L’Independent ha asserito che probabilmente saranno poche le imprese interessate dal provvedimento scozzese, poiché molti Paesi che di fatto offrono numerosi vantaggi sul piano fiscale, non figurano nella famigerata black list compilata dall’Unione Europea.

Alex Cobham della Tax Justice Network ha infatti affermato che il concetto di paradiso fiscale a cui fa riferimento l’UE nella compilazione delle liste  rispecchia l’idea “vecchio stile” dell’isola remota, lontana da ogni forma di civiltà, anche se la situazione europea è decisamente più sfaccettata.

Numerosi stati appartenenti all’Unione Europea, tra cui Lussemburgo, Olanda, Cipro o Irlanda, adottano politiche fiscali particolarmente aperte nei confronti delle multinazionali garantendo aliquote bassissime sui profitti e richiamando ingenti capitali provenienti dall’Estero.

Un esempio ben noto è quello della Fca, che ha sede in Gran Bretagna ma beneficia dei vantaggi del sistema fiscale olandese, così come il colosso hi-tech Apple. 

Il provvedimento adottato in Scozia e le politiche aggressive a livello europeo non devono pertanto spaventare coloro che stanno pensando di spostare il proprio business in un Paese a tassazione agevolata, dato il numero cospicuo di paradisi fiscali che non risultano sulla black list. 

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