L’UE prepara un nuovo Codice di condotta per i paradisi fiscali

L’UE prepara un nuovo Codice di condotta per i paradisi fiscali

Il dibattito politico riguardante le aziende con sede nei paradisi fiscali europei è sempre più intenso, soprattutto in Italia. Non è un caso che il nostro Paese, tra i più colpiti dalla pandemia, sia anche uno di quelli che subiscono maggiormente la presunta concorrenza sleale di Olanda, Lussemburgo, Malta ecc.

Basti pensare che, nel 2017, il calo delle imposte societarie italiane è stato quasi del 19%.

Che stia per cambiare qualcosa sul fronte Europa? Fonti vicine al settimanale l’Espresso hanno riferito che la Commissione Europea starebbe cercando una nuova soluzione comune sulla tassazione delle imprese. Il piano d’azione, che sarà probabilmente presentato entro il 15 Luglio, interesserà quindi le normative fiscali di tutti i 27 Stati membri, andando ad attenuare le differenze presenti.

Si tratta di un tema delicato, che tocca molteplici interessi a livello politico ed economico; non sarà dunque facile trovare una linea comune che trovi d’accordo tutti i Paesi. Per il Commissario europeo per gli affari economici e monetari Paolo Gentiloni i principali problemi sono due:

  • Il livello di tassazione effettiva, che in alcuni Paesi è proporzionalmente minore;
  • La mancanza di una tassa comune sui pagamenti per interessi e royalties in uscita.  

La proposta? Un accordo che promuova vantaggi per i cittadini che seguono le norme fiscali e, soprattutto, un nuovo Codice di condotta per la tassazione delle imprese, con l’obiettivo di limitare la concorrenza sleale.

Cosa sapere sui paradisi fiscali europei

All’interno dell’Unione Europea ci sono Paesi che attirano ogni giorno società e investimenti dall’estero grazie a basse aliquote di tassazione e forti garanzie sulla privacy. È il caso di Olanda, Cipro, ma anche di paradisi fiscali meno conosciuti, come l’Ungheria. Proprio questo Paese, ad esempio, negli ultimi vent’anni ha visto un vertiginoso calo dell’aliquota fiscale sul reddito d’impresa, dal 18% al 9%. Risulta subito evidente che spostare qui il proprio business sia una mossa strategica davvero vantaggiosa.

Staremo a vedere se la Commissione Europea riuscirà a trovare un punto d’incontro tra gli interessi dei singoli Stati e quelli dell’Unione. Segui il nostro blog per rimanere aggiornato sui prossimi sviluppi.