Se è vero che la Svizzera rimane nell’immaginario collettivo il paradiso fiscale per antonomasia, e che sicuramente è stato il primo Paese a formalizzare il segreto bancario, è altrettanto vero che le radici di questo fenomeno affondando nella notte dei tempi, e coincidono più o meno con la nascita del concetto di tassazione: da quando esistono le imposte qualcuno ha cercato di evaderle.
Ne avevamo già parlato in un nostro precedente articolo , facendo riferimento ai cittadini romani che cercavano di eludere il fisco già nell’ultima fase dell’impero. La storia racconta però che il primo paradiso fiscale del mondo moderno sia stata l’America: alcuni storici sostengono infatti che numerosi padri pellegrini cercarono nel “Nuovo Mondo” non solo libertà e riscatto, ma anche una fuga alle tasse inglesi.
Sempre gli inglesi sembrano avere un ruolo decisivo nella creazione di un altro storico paradiso fiscale nelle “Americhe”: le isole Cayman. Sembra infatti che fu Re Giorgio III a concedere a questo territorio britannico l’esenzione dalle tasse, come ricompensa per il coraggio di alcuni marinai locali che avevano salvato delle navi mercantili inglesi durante una tempesta.
Tutti i paradisi fiscali moderni sono però nati sul “modello Svizzera”, quindi a partire dagli anni ’30 del Novecento, e avevano caratteristiche comuni: quasi tutti senza esercito, senza sindacati e partiti davvero rappresentativi, spesso privi anche una valuta propria.
Quali furono i Paesi d’oltreoceano che dal dopoguerra in poi adottarono il modello elvetico? Possiamo citare Bahamas, l’Uruguay, Cayman, le Bermuda, Panama.
Le Bahamas, resesi indipendenti dal Commonwealth nel ‘73, continuarono a godere dei privilegi dai soldi iniettati prima dagli americani e poi da altri stranieri, divenendo “l’Elvezia dell’Atlantico”, con tassazione del reddito e del capitale a zero.
Per quanto riguarda l’Uruguay, dal secondo dopoguerra in poi, grazie alla proverbiale riservatezza dei suoi banchieri, divenne il solo paradiso fiscale dell’America Latina.
Un nuovo trampolino di lancio per i paradisi fiscali avvenne negli anni ’60 con gli eurodollari e negli anni 70 dei petrodollari. Le grandi banche e le grandi imprese, con la complicità degli inglesi della City di Londra, avevano bisogno di disporre di zone con debolissima imposizione fiscale. Nasceva così una nuova generazione di paradisi fiscali nelle Americhe: le Isole Cayman, le Bermuda e Panama.
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