Il post Brexit e i possibili aggravi per chi ha una società inglese

Il post Brexit e i possibili aggravi per chi ha una società inglese

L’accordo sul dopo-Brexit che il premier Boris Johnson auspicava per la fine di Luglio, slitta ulteriormente e a Londra si lavora alacremente per un’intesa a Settembre.

Chi ha una società inglese attende con ansia di sapere cosa accadrà, perché le decisioni prese si ripercuoteranno anche sugli investitori stranieri e su tutti coloro che hanno aziende e conti nel Regno Unito. Il processo di uscita dell’Inghilterra dall’Unione Europea, avviato l’1 Febbraio scorso, si compone di molti passaggi e presenta vari nodi da sciogliere: tra i terreni di scontro più aspri ci sono sicuramente gli accordi sui rapporti commerciali tra Londra e il resto dell’Europa.

Ma se l’intesa sembra essere ancora lontana, chi ha una società inglese sa che andrà sicuramente incontro a numerosi cambiamenti a livello di logistica, gestione delle merci, imposte dirette e indirette e certificazioni. Aspettando la fine degli accordi, le società che hanno rapporti con il Regno Unito stanno cercando di valutare le ripercussioni economiche che la Brexit avrà sui loro business.

Molte aziende avranno bisogno di modifiche operative, ci saranno inevitabili spese aggiuntive e nuovi costi fiscali ed economici, sia in termini di carico tributario che di adeguamento a nuove norme, regole e standard.

Secondo alcuni studi ci sarà inoltre un aumento delle insolvenze in gran parte dell’Europa: il lungo periodo di incertezza sull’uscita o meno del Regno Unito aveva creato un sentimento negativo già da subito e molte aziende, già in sofferenza dopo il referendum del 2016, si sono trovate ora ancor più esposte al rischio insolvenza.

Anche l’Italia ha sempre guardato con preoccupazione alla Brexit. La Lombardia, per esempio, ha molte aziende esposte sul mercato del Regno Unito ed è una delle regioni in cui operano più aziende inglesi: si parla di almeno 500 imprese a partecipazione o controllo britannico.

Nessuno può valutare con certezza tutte le ripercussioni tutti i costi fiscali sulle società inglesi dovute a questo difficile distacco all’Europa. Bisognerà aspettare la fine di questo periodo di transizione, che il premier britannico vorrebbe chiudere nel più breve tempo possibile. Settembre sembra però una data un po’ troppo ottimistica e tutti sperano che la partita si chiuda almeno entro fine anno. Ma Bruxelles esprime cautela: non è affatto facile definire tutti gli aspetti del negoziato, non solo quelli commerciali.

Se siete interessati ad aprire una società inglese e volete avere maggiori informazioni in merito, non esitate a contattarci.