Dove aprire una società all’estero secondo l'Ease of doing business index

Dove aprire una società all’estero secondo l’Ease of doing business index

Avete mai sentito parlare di Ease of doing business index? Se avete intenzione di aprire una società all’estero. questo parametro è sicuramente un indicatore da tenere in considerazione. 

Dal 2003, anno in cui è nato, il rapporto Doing Business della World Bank in collaborazione con l’International Finance Corporation è infatti diventato un punto di riferimento per i policy maker e per gli investitori internazionali. Esso parte dal presupposto che un’azienda di successo deve poter agire in un contesto con specifiche caratteristiche: chiarezza sui diritti di proprietà, risoluzione celere delle controversie e tasse ragionevoli. Per questo motivo stila l’Ease of doing business rank nel quale gli Stati si aggiudicano un punteggio in base alla loro capacità di essere business-friendly.

Vediamo oggi le prime posizioni della lista di questi Paesi esteri in cui è più facile aprire una società all’estero o portare avanti altre forme di business. Sono Stati in cui i livelli di regolamentazione incoraggiano gli imprenditori a gestire la propria attività in modo efficace e sanno sostenere la libertà di fare affari. Ecco chi è salito sul podio nella classifica 2020.

Al primo posto c’è la Nuova Zelanda che è stata individuata come il miglior posto al mondo in cui gestire efficacemente un’attività: qui la burocrazia è snella, i tempi veloci e i mercati equi. I proprietari di piccole imprese sono supportati nel loro percorso di crescita e consigliati su come risparmiare tempo e denaro.

Al secondo posto troviamo Singapore, che offre innumerevoli vantaggi a chi vuole fare impresa; per esempio il tempo medio per la conformità alle frontiere delle esportazioni è di sole 10 ore, contro le 200 del Camerun e Costa d’Avorio. 

Inoltre, secondo l’ultimo rapporto della Banca Mondiale, le economie dell’Asia orientale e della regione del Pacifico in pochi mesi hanno attuato ben 33 riforme per migliorare il clima aziendale.

Al terzo posto c’è Hong Kong, che si è distinta nella gestione dei permessi, è seconda al mondo sul fronte del pagamento delle tasse, terza nella ricezione di elettricità e quinta nella creazione dell’impresa. 

Hong Kong ha saputo mantenere negli anni le prime posizioni in quei parametri che agevolano le società estere che vogliono stabilire qui le loro sedi.

Nella top ten seguono: Danimarca, Repubblica di Corea, Stati Uniti, Georgia, Regno Unito, Norvegia e Svezia.

È interessante constatare che il Regno Unito, di cui spesso parliamo, si assicura un buon posto nella lista dei desideri degli imprenditori di successo. La classifica della Banca mondiale mostra infatti che continua a essere uno dei posti migliori al mondo per aprire una società all’estero.

E l’Italia? Occupa solo il 58esimo posto, preceduta da Kosovo, Kenya, Romania, Cipro e Marocco, ed è in calo di sette posizioni rispetto all’anno precedente, nonché di dodici rispetto al 2018. 

Negli ultimi anni sembra aver dunque consolidato un trend negativo: un motivo in più per valutare di aprire una società all’estero. Se sei interessato all’idea ma ti serve assistenza nella scelta della giurisdizione giusta, contattaci!