Alla fine di Luglio il Consiglio Europeo ha creato il Fondo per la ripresa dell’Unione Europea, il cosiddetto Recovery Fund, un importante strumento politico che potrebbe aumentare sostanzialmente la stabilità dell’UE.
Per quanto riguarda la situazione italiana, è stato chiaro fin da subito che alcuni Paesi come Olanda e Lussemburgo, tra i più noti paradisi fiscali in Europa, avrebbero complicato gli accordi, facendo pesare il loro parere per i versamenti a fondo perduto in Stati come il nostro. Ma partiamo dall’inizio.
Il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio hanno cominciato il confronto sul Recovery Fund a inizio Settembre. Il Recovery Plan italiano ha mosso i primi passi concreti nelle scorse settimane con la presentazione ufficiale delle “linee generali” del piano nazionale di ripresa e resilienza.
A metà Ottobre sono previste le consultazioni informali e, a Gennaio, è programmata la presentazione ufficiale del programma: “un’occasione storica di rilancio per il Paese”, parole del Ministro per gli affari europei Enzo Amendola. Ma i negoziati sono sempre più articolati del previsto, e probabilmente ci sarà uno slittamento dopo Gennaio, il che farà scivolare inevitabilmente la data di entrata in vigore dell’accordo di un paio di mesi rispetto alla primavera prossima.
Si attendono ora dalla Commissione delle nuove linee guida, che fisseranno i limiti, i costi, i contributi, e il timing entro i quali i progetti dovranno muoversi e coordinarsi con il quadro finanziario pluriennale 2021/27.
La Germania ha difeso la sua proposta di mediazione sul tema della rule of law che vede la possibilità di bloccare i fondi europei a quei Paesi che violano lo stato di diritto producendo un danno grave al bilancio dell’Unione e alle risorse proprie. Il testo scritto dalla presidenza tedesca è stato approvato a maggioranza qualificata: contrari i maggiori paradisi fiscali in Europa, i Paesi Bassi, l’Irlanda e il Lussemburgo. Il loro messaggio è chiaro: “perché dovremmo dare risorse a fondo perduto a Paesi che si concedono lussi che noi non ci concediamo?”.
La mediazione tedesca per ottenere il mandato negoziale è passata quindi, a maggioranza e non all’unanimità. E questa è un’anomalia. È toccato al negoziato tra Commissione, Consiglio e Parlamento, affrontare la questione.
Aspettiamo di vedere cosa succederà nelle prossime settimane e come si svilupperanno i negoziati. Chi vincerà la partita Italia-Olanda? I paradisi fiscali in Europa avranno al meglio? Continuate a seguire il nostro blog per non perdervi neanche un aggiornamento.