La notizia è di quelle destinate a fare rumore: il paradiso fiscale numero uno al mondo, ovvero le Isole Cayman, non è più un paradiso fiscale. O meglio, non è più considerato tale dall’Ecofin (Consiglio Economia e finanza dell’Unione europea) che lo ha recentemente rimosso dalla black list in cui era finito la scorsa primavera.
L’arcipelago caraibico ha infatti recentemente approvato delle riforme per migliorare il suo quadro fiscale e questo sembra essere ritenuto sufficiente per la sua rimozione dalla black list. Ma non tutti sono dello stesso avviso e la scelta dell’UE ha suscitato proteste e una dura reazione di Oxfam (la Confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale). “La rimozione delle Isole Cayman, forse il più noto paradiso fiscale al mondo, dalla lista UE dei paradisi fiscali è un’ulteriore prova che il processo non funziona“, questo il commento a caldo di Chiara Putaturo, consulente di Oxfam sulle questioni fiscali.
Anche l’Oman è stato rimosso dalla black list, in quanto ha tenuto fede a tutti i suoi impegni, ratificando la convenzione Ocse sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale, e avendo intrapreso tutte le misure necessarie per attivare rapporti di scambio automatico di informazioni con tutta la comunità europea.
Con la rimozione di Cayman e Oman, in questo momento le giurisdizioni considerate ancora “non cooperative” dal Consiglio UE sono 12: Samoa americane, Figi, Guam, Palau, Panama, Samoa, le Seychelles, Trinidad e Tobago, le isole Vergini americane, Vanuatu e infine le due new entry, Anguilla e Barbados.
Queste ultime sono rientrate nella lista nera della UE dopo che il consiglio ha revisionato i loro report sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali, e le ha declassate, definendo il loro rating rispettivamente “non conforme” e “parzialmente conforme”.
Insomma continua la lotta dell’UE per contrastare le pratiche fiscali aggressive e sanzionare quei Paesi che si rifiutano di collaborare. La black list si aggiorna, qualche Stato entra e altri escono; ma fa riflettere che le Isole Cayman, che sono state quasi il sinonimo di paradiso fiscale, siano escluse dalla black list dei Paesi che l’Europa considera fiscalmente non cooperativi.
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