Investimenti in compagnie petrolifere di dubbia fama, come l’irlandese Tullow Oil, accusata di aver provocato un disastro ambientale, finanza speculativa con base in paradisi fiscali, investimenti in credit default swap (lo swap che ha la funzione di trasferire rischio di credito).
E poi ancora scommesse sulla morte di aziende in crisi, come la Hertz, passaggi in banche maltesi e svizzere indagate per corruzione: il Vaticano nelle scorse settimane è stato investito da uno scandalo di dimensioni gigantesche, che ha coinvolto uno degli esponenti più in vista della finanza vaticana: il cardinale Angelo Becciu.
Settantadue anni, originario di Sassari, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, per anni a guida delle finanze papali (materialmente movimentate dal finanziere Enrico Crasso), qualche settimana fa si è dovuto dimettere dal suo ruolo, su imposizione di Papa Francesco.
Il rapporto di fiducia tra Bergoglio e Becciu ha cominciato a incrinarsi nel 2014, quando la magistratura aveva indagato sull’acquisto di un immobile a Londra, per trecento milioni di euro contro un valore dell’immobile molto inferiore. Ne emergono movimenti strani e finanziamenti che arrivano in forme diverse ad amici e parenti vicini al cardinale: l’accusa è di aver dirottato denaro delle elemosine verso fondi speculativi e favori alla famiglia.
Tutte accuse che dovranno essere provate. Resta il fatto che il Papa in quel frangente ha perso la fiducia verso colui che credeva un amico sincero.
Le inchieste giornalistiche hanno peggiorato la situazione di Becciu, facendo emergere un complesso conglomerato di consulenti, faccendieri, banchieri e affaristi a lui legati, tutti coinvolti in intricate situazioni finanziarie legate a società opache, paradisi fiscali e business ai limiti della legalità. Gli standard etici imposti da Papa Francesco non potevano tollerare tutto questo. L’ultimo caso? La vicenda della «superconsulente vaticana» Cecilia Marogna, che ha ricevuto da Becciu un bonifico di 500mila euro tramite monsignor Perlasca, per delle non meglio precisate «missioni diplomatiche» in Africa.
Il Papa, stanco di queste situazioni, da tempo ha avviato una radicale riforma interna, che ha subito un’accelerata con le incresciose vicende degli ultimi mesi.
Una serie scandali passati e presenti che hanno portato la dura reazione di questo Pontefice, che da sempre difende l’idea una Chiesa povera e trasparente, scontrandosi inevitabilmente con le resistenze di una parte della gerarchia curiale. Questa profonda riforma finanziaria della Santa Sede basterà a fare ordine, e porre fine a questa “finanza creativa” che si appoggia su società offshore, paradisi fiscali e intrecci dal dubbio valore etico?
Per rimanere aggiornato sulle notizie più recenti e le novità riguardanti i paradisi fiscali e tutti vantaggi dei servizi BSD, visita la nostra sezione blog.