In un articolo precedente avevamo parlato dei Fincen Files, l’inchiesta giornalistica internazionale che ha fatto emergere giri di riciclaggio di denaro sporco tramite società e conti offshore per una somma totale ben 2.000 miliardi di dollari.
Anche l’Italia è stata coinvolta nell’indagine, in particolare la città di Siena, il cui destino si è legato in questi anni al nome dell’oligarca Igor Bidilo. Come recentemente riportato da L’Espresso, il milionario kazako e re del petrolio, in pochi anni ha acquistato numerosi bar, ristoranti e gelaterie in Piazza del Campo a Siena, una tenuta agricola sulle colline e il marchio della pasticceria Nannini. Proprietà, a suo dire, acquistate senza passare per nessun conto offshore, scatole cinesi o paradiso fiscale. Tutto alla luce del sole. Nonostante le dichiarazioni dei suoi legali tuttavia, egli si trova ad oggi indagato in Italia e Svizzera per riciclaggio internazionale, falso e frode fiscale.
I Fincen Files riconducono a lui una società offshore, la Somitekno srl, con sede nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche, che è al centro di operazioni bancarie opache per cifre importanti, che si aggirano sui 180 milioni di euro. La procura di Siena ha chiesto ai giudici di Ginevra l’acquisizione delle carte dei conti svizzeri della Somitekno e di altri conti collegati.
La magistratura ha analizzato un flusso di 10 milioni, usciti dalla Svizzera e mandati in Italia tramite una società di Cipro, che però li ha ricevuti nello stesso giorno da un conto offshore delle Isole Vergini, a sua volta finanziato dalla Somitekno. Tre bonifici nello stesso giorno alla stessa cifra.
La difesa di Bidilo dichiara che i capitali delle società offshore sono “utili aziendali” ma il tribunale ha rigettato l’obiezione.
Sembra che l’imprenditore kazako sia innamorato del nostro Paese, comprando proprietà non solo a Siena ma anche a Roma, Milano e Firenze, città in cui ha investito enormi somme, e acquistando proprietà di lusso, come lo storico bar delle Giubbe Rosse a Firenze e la caffetteria di Palazzo Pitti.
Le indagini sono ancora in corso, per verificare se davvero sia stato fatto ricorso ad azioni poco trasparenti o a finanze contenute in un conto offshore. Mentre aspettiamo che la magistratura faccia luce sul caso dello “Zar” di Siena, continuate a seguire il nostro blog per altri approfondimenti.