Post Brexit: le prospettive per chi ha una società inglese o commercia con il Regno Unito

Post Brexit: le prospettive per chi ha una società inglese o commercia con il Regno Unito

Torniamo oggi a parlare di Brexit, per riassumere la situazione attuale, che si evolve con l’avanzare delle trattative tra il Governo inglese e l’UE e con lo scioglimento graduale di tutte le questioni sospese.

Vediamo quali sono gli aggiornamenti utili per chi ha una società inglese o mantiene interessi di lavoro o di import/export con il Regno Unito. 

Brexit e periodo di transizione, un punto della situazione

Come sappiamo la Brexit è entrata in vigore ufficialmente il 31 Gennaio scorso. Attualmente siamo nell’anno di transizione che serve per definire i nuovi rapporti UE-UK e portare avanti i cambiamenti della legislazione in modo graduale. L’uscita dall’UE si sta rivelando tortuosa: gli effetti del Covid-19 e le recenti elezioni americane sono state due variabili che hanno contribuito a sparigliare le carte e rendere ancor più complicate le trattative. Secondo le indiscrezioni, il premier Johnson aspettava di sapere chi fosse il vincitore della corsa alla Casa Bianca per decidere se fare le concessioni necessarie a uscire dall’UE con un patto commerciale oppure se andarsene con un “no deal”. La vittoria di Biden potrebbe spingere Londra verso un’intesa.

Ma quali sono le conseguenze per le aziende italiane che operano a e con Londra? Cosa accadrà a chi ha o vuole aprire una società inglese? Cosa si deve aspettare chi intrattiene rapporti commerciali con il Regno Unito?

Il cosiddetto periodo di transizione sta terminando: per stare nei tempi, l’intesa UK-UE va raggiunta entro fine Novembre, per dare il tempo ai rispettivi parlamenti di ratificarla entro fine anno.

Quali saranno le conseguenze per chi ha una società inglese?

Se non si riuscirà a raggiungere un accordo entro quella data, si vedrà il ritorno di dogane e dazi con costi finali più alti per i consumatori, maggiori controlli e pesanti ripercussioni sul Made in Italy. L’export italiano nel 2021 potrebbe subire una considerevole contrazione. 

In generale l’assenza di un accordo commerciale tra l’UE e il Regno Unito penalizzerebbe ulteriormente l’export. A farne le spese maggiori saranno i prodotti della meccanica strumentale, i mezzi di trasporto, gli apparecchi elettrici ed elettronici, ma soprattutto i prodotti alimentari.

Con l’uscita dall’UE, la Gran Bretagna potrebbe infatti introdurre una legislazione che penalizza le eccellenze italiane. L’etichetta Nutri-score, per esempio, che boccia quasi l’85% dei prodotti Dop Made in Italy e non li riconosce né li tutela nei confini nazionali.

Ricordiamoci però che fino ad oggi il Regno Unito è sempre stato visto come un’opportunità per gli imprenditori europei e italiani grazie al suo sistema fiscale snello e alla burocrazia ridotta. In una futura fase post Brexit probabilmente i vantaggi potrebbero essere persino maggiori. Gli UK potrebbero infatti diventare una realtà simile a Singapore e questo potrebbe essere un beneficio sia per nuove imprese e start-up, sia per chi ha una società inglese stabile.

Per poter continuare a operare efficacemente nel Regno Unito le aziende italiane potranno valutare l’opportunità di costituire una branch collegata alla propria azienda o anche una società ltd, plc o llp indipendente. Aprire una società inglese potrebbe essere ancora molto vantaggioso, contattaci per avere maggiori informazioni a riguardo.