Chi ha una ltd a Londra, o intrattiene con il Regno Unito un qualche rapporto di lavoro, segue con il fiato sospeso gli ultimi colpi delle trattative dell’anno di transizione della Brexit.
Ricordiamo che il Regno Unito ha lasciato formalmente l’Unione Europea il 31 gennaio scorso; da allora il Paese ha continuato a beneficiare del mercato unico e dell’unione doganale. Urge un accordo di partenariato prima del 31 Dicembre 2020, in modo da evitare enormi disagi all’inizio di quello che sarà comunque, anche a causa della situazione sanitaria mondiale, un anno travagliato. Come sempre più travagliato si sta rivelando l’accordo: le parti negoziano da ormai 11 mesi senza essere giunte ad una soluzione condivisa su tutti i punti.
Il capo negoziatore dell’UE, Michel Barnier, sembra ottimista e nelle sue ultime dichiarazioni afferma che: “il negoziato non è lontano dalla sua conclusione, l’UE è pronta a fare il possibile per concordare un accordo equo, sostenibile ed equilibrato per i cittadini dell’UE e del Regno Unito”.
Le due parti hanno raggiunto molti punti di contatto e gran parte del trattato, di circa di 600 pagine, è in ordine. Tuttavia rimangono divise su 3 temi fondamentali che da mesi stroncano ogni possibilità di accordo.
- Gli standard economico-sociali-ambientali e i sussidi alle ltd a Londra e alle altre imprese. Qui la divergenza consiste nel considerare le leggi europee un punto di riferimento anche per il regime inglese. L’UE chiede che i proprietari di imprese europee o di società ltd a Londra possano chiedere un risarcimento nei tribunali del Regno Unito, qualora fosse comprovato che i sussidi governativi li hanno lasciati in svantaggio.
- Il meccanismo per la risoluzione di future dispute sull’accordo. L’UE vuole che se ne occupi la Corte di Giustizia Europea, La Gran Bretagna non è d’accordo, of course.
- L’accesso alle acque inglesi da parte dei pescherecci europei. Londra vuole piena sovranità sulle proprie acque e non vuole permettere ai pescatori europei di accedervi. Il Regno Unito vorrebbe inoltre quote minori rispetto alle attuali e una revisione della ripartizione ogni anno. Bruxelles vorrebbe invece mantenere lo status quo.
Nonostante le difficoltà nel trovare un accordo sui tre punti, anche da Downing Street arrivano notizie rassicuranti per i nostri connazionali che intrattengono rapporti commerciali nel Regno Unito o che hanno un business o una ltd a Londra. Il portavoce ufficiale di Johnson ha infatti dichiarato: “Siamo chiaramente nelle fasi finali. Il nostro team di negoziatori è lì con l’obiettivo di raggiungere un accordo. Ed è su questo che continueremo a lavorare”.
Molti Paesi UE mal celano il timore di fare troppe concessioni a Londra pur di chiudere entro il 31 Dicembre. Tuttavia, in generale, lodano il lavoro del capo-negoziatore Barnier, che sembra aver ha gestito le trattative e il rapporto con i Ventisette in modo trasparente ed efficace.
Tenendo conto che alla resa dei conti la Gran Bretagna è certamente quella che più ha da perdere dinanzi a un mancato accordo, si attendono le ultime battute delle trattative.
Se hai intenzione di aprire un ltd a Londra e vuoi capire come muoverti nell’attuale situazione politica, contattaci e chiedi consiglio ai nostri esperti.