Per sostenere lo sviluppo economico e culturale del Paese, il nostro Governo prevede sempre più “regimi fiscali di attrazione” per i contribuenti stranieri che vogliono spostarsi in Italia, o per quei connazionali che, dopo un periodo all’estero, vogliono rientrare.
Ma chi si trasferisce in Italia mantenendo la propria attività, gli investimenti o il conto corrente all’estero, deve prestare molta attenzione agli obblighi di monitoraggio nel quadro RW, all’imposta sulle successioni e, in generale, alla corretta gestione fiscale in Italia degli asset mantenuti oltre confine. La violazione degli obblighi può comportare sanzioni fino al 30% per le attività localizzate in Paesi della Black List.
La prima cosa da chiarire è che, se una persona fisica è residente in Italia, la stessa è tassata sui redditi ovunque prodotti secondo il worldwide principle; se invece una persona risulta essere non residente, viene tassata esclusivamente sui redditi prodotti in Italia.
L’articolo 4 del Dl 167/1990 impone a tutte le persone fisiche residenti nel nostro Paese di indicare annualmente, all’interno del quadro RW della dichiarazione dei redditi, gli investimenti all’estero (immobili, opere d’arte, etc) e le attività di natura finanziaria (il conto corrente estero, le criptovalute, etc). Nel quadro RW va inserito anche il calcolo dell’imposta sul valore degli immobili all’estero e l’imposta sul valore delle attività finanziarie estere (Ivafe).
Chi si trasferisce in Italia può aderire al regime previsto dall’articolo 24-bis del TUIR – Testo Unico delle Imposte sui Redditi (DPR 22 dicembre 1986, n. 917). Il Testo è stato aggiornato con le modifiche da ultimo introdotte dalla L. 27 dicembre 2019, n. 160 (Legge di bilancio 2020) per i «neo residenti» che può consentire di beneficiare di un’imposta sostitutiva pari a 100mila euro annui su tutti i redditi prodotti all’estero, da un conto corrente o altre fonti, di qualunque importo si tratti.
L’adesione al regime garantisce ai beneficiari, per un massimo 15 anni, l’esonero dalla compilazione del quadro RW e dal versamento dell’Ivie e dell’Ivafe.
Molte altre misure agevolative sono in vigore da anni e altre se ne sono aggiunte di recente; tutte concorrono all’intento comune di attirare risorse umane qualificate in Italia.
Per questo è stato pensato, per esempio, un regime fiscale agevolato per i cosiddetti lavoratori “impatriati”, che siano laureati e che abbiano svolto attività lavorative all’estero, o per studenti che abbiano conseguito un titolo accademico oltre confine, o ancora per manager e lavoratori con alte qualificazioni e specializzazione.
Se anche tu rientri in queste categorie e hai dei dubbi su come gestire il tuo conto corrente estero e i tuoi asset finanziari, e vuoi consulenza per sapere com’è meglio muoversi, chiedi supporto ai nostri esperti.