Chi possiede o vuole aprire una società all’estero, oppure chi lavora o vive per qualche motivo in un Paese straniero, sicuramente ha sentito parlare della “doppia imposizione”.
Vediamo oggi chi sono i soggetti a rischio e quali strumenti ha messo in atto l’Italia per evitare che la tassazione del reddito venga applicata sia nel Paese in cui questo viene prodotto, sia in quello di residenza del soggetto.
Il problema della doppia tassazione coinvolge molte categorie, per esempio i dipendenti che lavorano in un Paese dell’UE per una società con sede all’estero, gli artisti e gli sportivi professionisti, i dipendenti pubblici distaccati all’estero, i pensionati, i dirigenti o membri di un consiglio di amministrazione, chi ha deciso per qualche motivo di aprire una società all’estero etc.
Chi si trova in una di queste categorie, pur essendo sempre soggetto alla normativa fiscale del luogo di residenza, potrebbe incorrere nel rischio di dover pagare le tasse anche nell’altro Paese.
Le cause della doppia imposizione internazionale si basano sul “criterio di collegamento” e si possono così riassumere:
- Ordinamenti contrastanti dei due Paesi, che possono adottare un diverso criterio di collegamento: per esempio uno adotta un criterio basato sulla residenza e sulla cittadinanza, l’altro sul luogo di produzione del reddito.
- I Paesi adottano lo stesso criterio di collegamento personale, in base alla loro legislazione interna, ma considerano entrambi il soggetto come rientrante nelle propria giurisdizione fiscale.
- I due Paesi adottano un criterio oggettivo, basato sul luogo di produzione del reddito, ma in base alla loro legislazione entrambi considerano quel reddito come prodotto nel proprio territorio.
Fortunatamente, ad oggi, gran parte degli Stati aderisce ad accordi fiscali bilaterali contro la doppia imposizione e, in base a questi, le tasse pagate nel Paese in cui si opera vengono dedotte da quelle versate nel Paese di residenza. In altri casi, il reddito percepito dove si opera potrebbe essere considerato imponibile solo in quel Paese ed esente dalle imposte nello Stato di residenza.
Per i cittadini Italiani che vogliono aprire una società all’estero, operare oltre confine o lavorarci per un periodo, è bene sapere che anche l’Italia ha stipulato con numerosi Paesi, comunitari e non, delle convenzioni bilaterali per evitare le doppie imposizioni sul reddito e sul patrimonio, e regolamentare il trattamento fiscale delle singole categorie di reddito.
Nel nostro Paese queste convenzioni entrano a far parte dell’ordinamento giuridico dopo un procedimento di ratifica da parte del Parlamento, seguito con legge ordinaria, che conferisce piena e integrale esecuzione al trattato.
Hai ancora dei dubbi sulla doppia imposizione o vorresti parlare con un esperto prima di aprire la tua società all’estero? Contattaci!