I paradisi fiscali non europei si prestano ad essere una soluzione vincente dopo la comunicazione dell’Unione Europea di voler lanciare un nuovo piano fiscale post pandemia da attuare entro il 2023.
Per i prossimi due anni sono quindi previste misure più restrittive per rendere trasparente la tassazione delle multinazionali con la pubblicazione delle aliquote effettive. Tuttavia, sembra che la Commissione Europea guidata da Paolo Gentiloni e l’Ocse stiano già lavorando a delle proposte per il cosiddetto piano Benefit.
Ma sarà davvero la soluzione giusta per risollevare l’economia nel post pandemia?
Per ora l’accordo tra Bruxelles e Ocse è soltanto un’ipotesi. Per chi, però, sta valutando in questo momento dove investire esistono delle soluzioni davvero vantaggiose, come, ad esempio, i paradisi fiscali extraeuropei.
Questi Stati accolgono tutti coloro che non vogliono più sottostare ad un regime fiscale restrittivo e permettono di proteggere realmente i propri risparmi e le proprie società dalle imposte del Paese di origine.
Molto interessanti da questo punto di vista sono l’Inghilterra e il Wyoming. Alcune loro peculiarità le rendono infatti i Paesi ideali in cui affrontare questa situazione di crisi economica.
Dare inizio a un nuovo business in Inghilterra è molto più veloce e semplice che in Europa. Infatti, aprire una società Ldt inglese – molto simile alle Srl italiane – ha tra i suoi vantaggi l’aliquota che, nel dopo Brexit, può essere ridotta fino al 10%. Anche il Wyoming può essere la scelta giusta per chi intende trasferire la propria attività: come dimenticare infatti la mancata punizione dei reati fiscali e l’assoluta privacy che questo Paese garantisce?
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